L’idea che si possano comunicare le proprie emozioni attraverso il linguaggio dei fiori è ormai parte della coscienza comune e condivisa e attinge a un bacino di simboli e di significati che, al di là delle specificazioni territoriali, attinge a una memoria collettiva che accomuna gli abitanti di tutto il mondo.
Il fiore come simbolo passionale o di corteggiamento, di augurio o vicinanza richiama a una visione archetipica in cui il gesto stesso di appropriarsi di un elemento della natura esteticamente gradevole per donarlo a una donna appartiene a un codice comportamentale quasi innato e che fa solo parzialmente riferimento a una convenzione sociale tramandata nel corso dei secoli.
I fiori ieri e oggi
In effetti, la consuetudine di donare fiori per compleanno, ricorrenze, cordoglio o come parte del rituale di seduzione si perde nel corso dei secoli, fin dalla visione dantesca d’amor cortese e ancora più in là nel tempo, ma diventa strutturale e dotata di un proprio codice vero e proprio solo nel corso dell’Ottocento. La florigrafia, che organizzava in modo sistematico e convenzionale il linguaggio dei fiori, era stata importata nel Vecchio Continente durante la prima metà del ‘700 e si sviluppò compitamente un secolo più tardi, in clima di Romanticismo e di riscoperta delle emozioni personali come guida morale e concreta della quotidianità dell’individuo.
Nel corso del XIX secolo vennero pubblicati anche i primi saggi sulla questione, in francese e in inglese, e la florigrafia iniziò a strutturarsi intorno a un linguaggio univoco e convenzionalmente accettato a più latitudini, con inevitabili accezioni e diverse concretizzazioni territoriali.
Oggi i fiori rivestono tuttora un ruolo simbolico di forte impatto, presenti come elemento di ornamento ma anche di evocazione semantica sia nelle relazioni di tutti i giorni e sia negli eventi più solenni, come nei matrimoni o nei funerali. Attraverso i fiori, l’uomo confeziona e rafforza la propria architettura di significati e simboli, secondo un approccio che si attualizza di volta in volta ma che, allo stesso tempo, continua ad attingere a un serbatoio iconico ancestrale, che risale all’epoca antica e che, da lì, andando incontro a trasformazioni e adattamenti costanti, giunge fino a noi con nuove sfumature ma intatta nell’essenza di sempre.