Dopo uno shock iniziale, adesso l’inflazione fa un po’ meno paura ai mercati finanziari. Ma c’è voluta un bel po’ di forza persuasiva da parte della FED, per alleviare i timori degli investitori, che si erano scatenati a metà settimana.
L’inflazione e i mercati finanziari
Tutto è nato mercoledì, quando i dati marco statunitensi hanno evidenziato che il tasso di inflazione dei prezzi al consumo è balzato al 4,2% in aprile, ovvero il livello più alto da settembre 2008. Quel che è peggio, è che la crescita è stata molto più alta di quanto la Fed si aspettasse.
Chiaramente questo balzo ha finito con il mettere pressione sui mercati finanziari, timorosi che un surriscaldamento dell’economia a stelle e strisce, possa indurre la FED a ridurre lo stimolo economico molto prima del previsto.
Ma se Wall Street era stata la prima a farsi prendere dal panico (con l’indice VIX “della paura” in rialzo), è stata anche quella che ha indicato la strada della maggiore serenità al resto del mondo. Così l’Europa si è adeguata, e le Borse europee hanno recuperato di nuovo terreno.
La FED rassicura tutti
Come detto, sono state alcune rassicurazioni della FED a togliere un po’ di timori dai mercati finanziari.
Cristopher Waller, governatore della Fed St.Louis, ha dichiarato che i tassi continueranno a rimanere bassi per un lungo periodo. Secondo lui, il +4,2% che l’inflazione ha fatto registrare ad aprile, è solo una fiammata temporanea.
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Anche il dollaro si sgonfia
La politica ultra accomodante della Fed, quindi per adesso non è in pericolo. Tanto è bastato ai mercati finanziari per ridurre le perdite.
Anche sul mercato valutario si vedono gli effetti di questa situazione. Se nei giorni scorsi l’Euro-dollaro era sceso in prossimità di 1.20, oggi è tornato oltre 1,21 alla fine di una settimana instabile, avvicinandosi al massimo di oltre due mesi di $ 1,218 colpito martedì. Chi fa trading forex intraday tecniche, sta riprendendo a puntare sulla moneta unica. Il tutto grazie anche all’ottimismo sulla ripresa economica dell’Europa, aiutato dagli sforzi di riapertura in corso e dall’accelerazione delle vaccinazioni COVID-19.