E’ tornata a crescere l’inflazione in Turchia, contrariamente alle aspettative degli analisti che si aspettavano un dato in lieve discesa, nonostante la spinta esercitata dall’aumento del salario minimo e dagli adeguamenti fiscali del governo. Le conseguenze si sono avvertite subito sulla valuta turca che ha perso quota rispetto al Dollaro, riavvicinandosi ai minimi storici.
Gli ultimi dati riguardanti l’inflazione
In base ai dati che sono stati rilasciati dall’ufficio statistico della Turchia, il tasso di mutazione è salito al 64,86% durante il mese di gennaio. A dicembre l’indice si era fermato al 64,77%, quindi c’è stata una nuova fiammata, contrariamente alle aspettative di mercato che erano per un valore pari al 64,52%. Il dato odierno segna il livello più alto dell’inflazione da novembre del 2022.
L’aspetto positivo riguarda l’inflazione core, ossia depurata degli elementi più volatili. Il dato segna infatti 70,48% a gennaio, in leggero calo rispetto al 70,64% del periodo precedente. Su base mensile, l’IPC è salito del 6,70%, il rialzo maggiore da agosto 2023 e in ripresa rispetto all’aumento del 2,93% di dicembre.
Scende l’inflazione annuale alla produzione
Sempre oggi è stato reso noto il dato riguardante l’inflazione annua alla produzione, che è scesa al 44,2% nel gennaio 2024, quasi invariata rispetto al 44,22% osservato nel mese precedente.
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I riflessi sul mercato e sulla politica monetaria
Il dato sull’inflazione reso noto oggi non ha impedito che la lira turca si indebolisse ulteriormente rispetto al Dollaro Americano. Il rapporto di cambio Usd/Try è salito Infatti a 30,5, aggirandosi sui massimi storici.
Sono ormai diversi mesi che la valuta turca continua a perdere progressivamente terreno rispetto al biglietto verde americano. È addirittura dal mese di agosto che si susseguono continui cali mensili. Il grafico Renko trading evidenzia solo mattoncini verdi.
Bisognerà vedere se il nuovo report sull’inflazione inciderà sulle prossime mosse della banca centrale turca. A gennaio l’istituto centrale ha alzato il costo del denaro di 25 punti base preannunciando però la fine del più lungo ciclo di strette di sempre.