Il vento sull’economia russa è un po’ cambiato negli ultimi tempi, dando un bel beneficio alla valuta moscovita, il Rublo. L’ottimismo sul vaccino anti-Covid e l’evoluzione politica negli USA sono alla base di questa ripresa.
Cosa sta muovendo il Rublo
Anzitutto la questione Covid. Il numero di contagi in Russia è aumentato di 255.000 giovedì, il massimo dall’inizio della pandemia, segnando pure un record giornaliero di decessi (524). Tuttavia, i recenti annunci sui vaccini – pronti in rampa di lancio – hanno ridato un po’ di ottimismo riguardo al futuro. Pfizer, Moderna e Astrazeneca hanno comunicato l’efficacia delle rispettive sperimentazioni, aprendo la strada alla commercializzazione sin dai prossimi mesi. Questo ha messo le ali alle materie prime, prima fra tutte il petrolio, che è una componente fondamentale per l’economia russa.
La politica
Ma anche le notizie politiche spingono il rublo. L’attesa per un programma fiscale ultra-espansivo del prossimo governo americano ha sostenuto l’umore dei mercati. Inoltre la presidenza di Trump sta per chiudersi, e questo era visto con un certo timore per via del fatto che il tycoon non ha aumentato la pressione americana sul Cremlino. Con Biden le cose potrebbero cambiare, ma almeno per adesso questo non è successo. Lo dimostra il mercato obbligazionario russo, nel quale il rendimento a 10 anni è sceso di 47 punti base al 5,81%, quello a 2 anni di 23 al 4,47%, mentre i bond si sono apprezzati.
L’andamento sul mercato valutario
In questo ultimo lasso di tempo, il cambio del rublo contro il dollaro ha guadagnato circa il 6,3%. Il rublo è scambiato vicino al livello più alto dal 17 settembre, supportato da questo clima di ottimismo. Al punto che i forex segnali operativi trading suggeriscono un ulteriore apprezzamento.
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I dati macro dalla Russia
Va anche aggiunto però che i dati macro inducono a molta cautela. Gli effetti del Covid si sentono eccome. Il prodotto interno lordo si è contratto del 4,7% rispetto all’anno precedente, guidato da un calo nei settori manifatturiero e agricolo. La contrazione cumulativa del PIL da gennaio a ottobre al 3,6%.