Un inaspettato rallentamento della crescita salariale australiana supporta la prospettiva accomodante sulla politica monetaria della Reserve Bank of Australia, e alimenta gli acquisti sul dollaro AUD.
I dati che alimentano gli acquisti di AUD
Nel primo trimestre l’indice dei salari destagionalizzato dell’Australia è aumentato del 4,1% su base annua (fonte dati Pocket Option Italia), rispetto alle previsioni di mercato di una crescita del 4,2%, che è pure la cifra del quarto trimestre 2023 (valore più alto dal 2009). La crescita dei salari è rallentata sia per il settore pubblico (3,8% contro 4,3%) che il settore privato (4,1% contro 4,2%).
Su base trimestrale, i salari sono aumentati dello 0,8%. Si tratta di un calo rispetto al guadagno rivisto al rialzo dell’1,0% nel trimestre precedente, il più basso dal quarto trimestre del 2022. E’ un dato inferiore anche alle previsioni di mercato di una crescita dello 0,9%.
Lo scenario sul mercato
Grazie agli acquisti di oggi, il dollaro australiano si è apprezzato oltre 0,665 dollari, toccando i livelli più alti degli ultimi quattro mesi. Pesa soprattutto la frenata del dollaro americano, dopo il dato sull’inflazione negli Stati Uniti. Questo report infatti ha rafforzato le scommesse che la Fed inizierà ad abbassare i tassi di interesse a settembre, moltiplicando i segnali forex gratis che puntano sul ribasso del biglietto verde.
Dal canto suo, la RBA settimana scorsa ha mantenuto stabile il tasso di interesse e non ha offerto alcun messaggio esplicito da falco, sfidando le aspettative del mercato.
Il rendimento dei titoli di Stato decennali australiani è stato contenuto intorno al 4,3%.
Le mosse del governo
Intanto il bilancio annuale di questa settimana ha mostrato che il governo australiano mira a ridurre l’inflazione principale e ad allentare la pressione sul costo della vita spendendo miliardi per tagliare le bollette energetiche e l’affitto, riducendo al contempo le tasse sul reddito.
Il tesoriere Jim Chalmers ha dichiarato di aspettarsi che l’attuale inflazione complessiva del 3,6% ritorni all’obiettivo del 2-3% della RBA entro la fine dell’anno. Se questo scenario si realizzasse, la banca centrale probabilmente taglierebbe i tassi di interesse prima di quanto previsto dai mercati.