Lentamente il rublo russo sta riavvicinandosi al livello minimo record che toccò all’indomani dell’invasione in Ucraina. Da agosto il cambio con il dollaro (USDRUB) sta oscillando attorno ai 100 euro, e pochi giorni fa ha superato questa soglia per la prima volta da marzo 2021.
Se dovesse allontanarsi da questo livello psicologico, a quel punto i 130 non sarebbero poi così complicati da raggiungere.
L’andamento debole del cambio
Negli ultimi 12 mesi la valuta moscovita ha perso il 55% del suo valore, e questo è un chiarissimo segnale della volatilità finanziaria provocata dalla guerra in Ucraina. Soltanto nel 2023 la perdita di valore rispetto al biglietto verde americano è stata di quasi il 40%, e sono comparsi diversi pattern di continuazione trading che fanno pensare a un proseguimento di questa tendenza.
Ultimamente sul rublo russo stanno pesando il calo dei prezzi del petrolio, la principale materia prima del paese, e la fine del periodo fiscale di fine mese che aveva offerto supporto alle quotazioni.
Il peso e le conseguenze della guerra
Ma in generale il lungo trend ribassista è frutto della situazione economica sempre resa più difficile dalla guerra. I flussi commerciali sbilanciati (l’embargo petrolifero è costato a Mosca i suoi principali clienti) e la fuga di imprese e famiglie verso attività estere più sicure, provenienti da nazioni “amiche”. Inoltre sul bilancio statale pesano l’elevata spesa militare e la carenza di manodopera.
Nel frattempo i problemi sono stati esacerbati dalla ripresa instabile della Cina e dalla crisi di capacità delle principali raffinerie di petrolio.
Annotazione: il rapporto di cambio tra dollaro e rublo può essere negoziato solo sulle migliori piattaforme trading gratis.
La banca centrale
Intanto la banca centrale continua a fare dichiarazioni aggressive, visto che l’inflazione rimane elevata. L’istituto di credito centrale non esclude un ulteriore inasprimento della politica monetaria. Finora però il notevole aumento del tasso di riferimento stabilito dalle autorità di regolamentazione negli ultimi mesi (fino al 13% annuo) non è stato in grado di fornire un sostegno sostenibile alla valuta nazionale.
Il mercato segue da vicino il dibattito in corso sulla possibile introduzione di ulteriori misure di controllo valutario. Ma finora non sono state prese decisioni concrete, il rublo continua ad essere scambiato con maggiore volatilità.