Continua ad esserci una folta coltre di nubi attorno all’economia cinese, cosa che penalizza lo Yan e mantiene attorno ai minimi storici i rendimenti dei titoli di Stato cinesi a 10 anni.
Cosa succede all’economia cinese
La settimana scorsa, il Politburo ha segnalato uno spostamento verso politiche fiscali e monetarie più accomodanti, i cui dettagli saranno previsti nelle sessioni legislative di marzo. Ma gli investitori rimangono incerti sulle misure politiche annunciate da Pechino per ridare slancio all’economia, perché i dati recenti indicano una ripresa disomogenea.
Gli ultimi report
All’inizio di questa settimana, il report sulle vendite al dettaglio ha evidenziato una crescita più lenta del previsto a novembre (3% su base annua, dopo il 4,8% di ottobre), riflettendo un consumo più debole. Inoltre i prezzi delle nuove case sono scesi per il 17° mese consecutivo, segnalando le continue sfide del settore immobiliare. L’unica nota lieta è arrivata dalla produzione industriale, che il mese scorso è aumentata del 5,4%, leggermente al di sopra del consenso del 5,3% (questo dato è spinto dagli anticipi di molti ordini in vista delle tariffe statunitensi).
In attesa della PBoC
Gli operatori attendono le decisioni sul tasso di riferimento dei prestiti da parte della Banca popolare cinese, che verranno annunciate prima del weekend, per avere indizi sulle future mosse politiche. Un funzionario della PBOC ha dichiarato che la banca centrale prevede di tagliare i tassi e le riserve obbligatorie il prossimo anno.
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Il mercato
Nel frattempo, lo yuan offshore si è stabilizzato poco sotto 7,29 per dollaro, aggirandosi ancora sui massimi di 6 mesi e lontano dalla fascia mediana delle Bollinger bands.
Il rendimento dei titoli di Stato cinesi a 10 anni si è stabilizzato vicino ai minimi storici. La banca centrale si è impegnata a stabilizzare lo yuan e a gestire le aspettative sul tasso di cambio nel contesto delle sfide economiche e delle incombenti tensioni commerciali negli Stati Uniti. Esternamente, lo yuan ha trovato sostegno da un dollaro più fiacco in vista dell’annuncio della politica monetaria della Fed, che mercoledì dovrebbe tagliare i tassi di 25 punti base.