Euro e dollaro hanno vissuto una giornata sull’altalena, caratterizzata da report deludenti sia nel Vecchio continente che negli USA.
L’euro sale ma poi scende
Nel corso della mattinata la valuta unica è stata penalizzata – sia pure di poco – dai deboli report sul PIL, che però erano ampiamente previsti dai mercati. Qualche movimento in più c’è stato a seguito dell’aggiornamento sul PIL tedesco nel quarto trimestre, che ha evidenziato una stagnazione della prima economia europea, che soltanto per un pelo ha evitato la recessione tecnica. La major EUR-USD è rimasta per gran parte della mattinata verso 1,126, leggermente al di sopra del minimo degli ultimi tre mesi testato a 1,1248, come si può vedere sul miglior sito trading Forex.
In mattinata il dollaro aveva riportato dei guadagni, sulla scia di indiscrezioni che vorrebbero Donald Trump favorevole a posticipare la tregua commerciale con la Cina per altri 3 mesi. Ma nel pomeriggio lo scenario è cambiato, e il dollaro è finito sotto forte pressione creando ottime opportunità per chi adotta strategia scalping Forex 1 5 minuti. A innescare il “sell” sul biglietto verde è stato il dato relativo alle vendite al dettaglio Usa di dicembre. C’è stato un calo dell’1,2% su base mensile, che significa la peggior flessione dal settembre del 2009.
La reazione dei mercati
Sui mercati finanziari c’è stata una immediata reazione, che ha colpito soprattutto dollaro e azionario USA (ma anche i rendimenti dei Treasuries). Il cambio EUR-USD s’è rimesso in marcia verso 1,130. A deprimere ulteriormente le quotazioni del biglietto verde c’è stato anche la pubblicazione dell’indice dei prezzi alla produzione Usa, che a genniao segna -0,1%, a causa soprattutto del calo dei prezzi energetici. Confermato di conseguenza il rallentamento dell’inflazione, dal 2,5% al 2% su base annua.
L’altalena vissuta dall’euro dollaro ha riportato la coppia distante dal limite infoeriore del canale all’interno del quale si muove da ormai quattro mesi (tra 1.1220 e 1.1570). L’ultimo rally del biglietto verde aveva fatto ipotizzare un possibile cedimento della struttura laterale acquisita dai corsi durante questo lasso di tempo. E’ tuttavia ancora presto per dire se siamo di fronte all’ennesimo recupero della moneta unica.