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Agosto è il mese delle vacanze estive, e questo si associa ad un’attività generalmente ridotta anche sui mercati finanziari, visto che i dati macro e le riunioni di politica monetaria hanno spesso un contenuto interlocutorio. Eppure non sono infrequenti le eccezioni che hanno creato grandi scosse ai mercati.

Il caso più recente

investire-mercati-borsa-tradingL’ultimo esempio in ordine di tempo è assai recente, visto che è accaduto all’inizio di questo mese. Un rapporto più debole sullo stato di salute del lavoro negli Stati Uniti ha innescato una paura improvvisa di recessione dell’economia a stelle e strisce. Il risultato è stato un crollo del mercato azionario ed una fuga dagli asset più rischiosi (chi investe in criptovalute ha assistito al crollo del prezzo di Bitcoin).

I casi passati: la crisi del debito (2011) e quella dei sbuprime (2007)

Ma agosto 2024 è in buona compagnia, dal momento che ci sono stati altri casi eclatanti anche in passato. Nel 2011 ci fu la crisi del debito sovrano europeo, che colpì in modo pesante i titoli di stato e le borse del vecchio continente. La preoccupazione riguardava la stato di salute dei conti di Grecia, Italia e Spagna, e la paura dei mercati finanziari innesco una volatilità enorme.

Era sempre agosto, ma del 2007, quando cominciarono le prime avvisaglie della crisi dei subprime. Quei segnali di stress sarebbero poi divenuti eclatanti campanelli d’allarme nelle settimane seguenti, fino alla bancarotta di Lehman Brothers che avvenne a settembre, e che viene considerata la causa scatenante della grande crisi finanziaria globale.

La crisi russa del 1998

Un altro mese di agosto amaro per gli investitori fu quello del 1998, quando la Russia decise di eliminare il tasso di cambio rigido e svalutò improvvisamente il rublo, dichiarando il default sul suo debito sovrano. L’evento innescò ripercussioni a cascata sui mercati finanziari globali, alimentando e stabilità e nervosismo. All’epoca non c’erano ancora le piattaforme online gratis, altrimenti moltissimi piccoli risparmiatori avrebbero vissuto giorni da incubo.

Agosto del 71: la fine della convertibilità del dollaro in oro

Poco più di mezzo secolo fa accadde invece un evento che segnò in maniera definitiva i mercati finanziari. Il giorno di Ferragosto del 1971 il presidente americano Richard Nixon annunciò la fine della convertibilità del dollaro in oro, ponendo così fine al sistema di Bretton Woods. Il fatto che fosse coinvolta la regina delle valute più scambiate innescò una forte ondata di volatilità sui mercati azionari, mentre le borse globali viaggiarono nell’incertezza riguardo all’evoluzione del nuovo sistema di tassi di cambio flessibili, provocando paurose oscillazioni tanto sui titoli che su valute.

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