Diventare traduttore professionale è il sogno di molti di coloro che hanno una forte passione per le lingue straniere.
La passione da sola, però, non può bastare, e sono necessarie molteplici competenze supplementari, che hanno a che fare anche con l’informatica.
Sono sempre più diffusi e importanti, infatti, i cosiddetti CAT tools: si tratta di software per la traduzione che offrono un valido aiuto nel lavoro e, non a caso, sono ormai sempre richiesti nelle agenzie.
In più, ci sono doti e qualità di cui un traduttore professionale non può fare a meno: la capacità di realizzare dei preventivi, per esempio, da cui dipende – in ultima analisi – l’entità dei guadagni; ma anche la puntualità nella consegna dei lavori, per rispettare la quale non è da escludere la possibilità che ci si ritrovi a tradurre anche di notte.
Per quel che riguarda il percorso formativo che è necessario seguire, è bene mettere in evidenza che non ce n’è uno solo: in altri termini, le strade che possono essere intraprese sono molteplici, al di là del fatto che si decida di cimentarsi come autodidatti o che si faccia riferimento a metodi di insegnamento e di apprendimento differenti.
In linea di massima, dopo aver conseguito il diploma – ovviamente è meglio se si tratta di un diploma di liceo linguistico, ma frequentando altre scuole nessuna possibilità è comunque preclusa – è opportuno optare per un percorso universitario orientato verso le lingue: la facoltà di traduzione e interpretariato è la più conosciuta, ma non è la sola a disposizione. Dopodiché, può essere utile anche seguire un corso di specializzazione.
Quello che conta, per chi è intenzionato a diventare un traduttore professionale, è che non deve essere conosciuta in modo approfondito e completo solo la lingua di destinazione, ma anche quella di partenza: per paradosso, infatti, molti conoscono alla perfezione l’inglese, lo spagnolo, il tedesco o il francese ma non l’italiano.
Ed è bene tenere conto del fatto che conoscere una lingua vuol dire essere consapevoli anche dei termini tecnici che la caratterizzano, ma soprattutto entrare in contatto con la cultura letteraria del Paese di riferimento, con la sua società e con i suoi costumi.
Naturalmente, con il passare del tempo si può decidere di specializzarsi in un particolare ambito: è chiaro che i compiti che spettano a un traduttore giurato sono diversi rispetto alle mansioni appannaggio di un traduttore letterario, visto che diversa è la terminologia che è indispensabile padroneggiare per i due incarichi.