In un momento storico in cui il tema ambientale è uno dei più importanti da affrontare (anche perché la salute degli ecosistemi è direttamente correlata a quella umana) uno dei nemici più pericolosi per l’uomo e per l’ambiente è l’inquinamento acustico. Un nemico rumoroso e silenzioso al tempo stesso, nella misura in cui si insinua nella vita quotidiana delle persone senza suscitare scalpore, diventa rapidamente una routine alla quale ci si abitua e, proprio per questo, viene pericolosamente sottovalutato.
Nelle città, le principali fonti di rumore esterno sono costituite dal traffico (automobili, treni, aerei), ma anche dalle attività industriali, dalla movida notturna e dai mezzi utilizzati nel settore edilizio. E se alcuni fattori che compongono il puzzle dell’inquinamento acustico ambientale sono solo occasionali (un esempio per tutti: i botti di Capodanno), altri sono invece ciclici (il treno che passa sempre allo stesso orario) e altri ancora continui (le auto in movimento nelle principali arterie delle città).
L’inquinamento acustico ambientale è un problema pubblico già dai tempi dell’antica Roma; tuttavia, è innegabile che, rispetto al passato, oggi le attività antropiche rumorose siano in costante aumento, tanto nei Paesi industrializzati quanto in quelli in via di sviluppo, che proprio in questi ultimi anni hanno aumentato esponenzialmente la propria produttività, a vantaggio della crescita economica ma a spese dell’ambiente e della salute umana. Ne consegue che, nel prossimo futuro, quello dell’inquinamento acustico sarà un problema di dimensioni allarmanti e che, dunque, sarà necessario prendere severi provvedimenti se non per eliminarlo quantomeno per contenerlo.
L’inquinamento acustico, sia esterno che interno (per esempio, l’esposizione prolungata a musica ad alto volume), ha infatti effetti molto nocivi per la salute uditiva delle persone. E non solo. Oltre alla possibile perdita uditiva, l’inquinamento acustico può comportare danni a livello cardiovascolare, disturbi del sonno e dell’umore, mancanza di concentrazione. Il rumore, poi, non colpisce soltanto gli adulti: diversi studi medici hanno evidenziato che già a livello fetale, i futuri nati risentono dell’esposizione ai forti rumori, comportando l’eventuale insorgenza di eventuali problemi dello sviluppo psico-fisico.
L’inquinamento acustico è un nemico che va combattuto con l’educazione, la prevenzione ma anche con regole, che vanno applicate nella quotidianità.
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